Quando si parla dell’ora di religione si rischia di cadere in due tranelli di segno opposto. Il primo è l’approccio laicista di chi vede in questo insegnamento la longa manu della Chiesa Cattolica, sempre intenta a insinuarsi, come una piovra dai mille tentacoli, in ogni ambito del vivere civile, a partire – per l’appunto – dalla scuola. In questa prospettiva l’ora di religione è odiata dai laicisti, non tanto per i suoi contenuti, quanto per il fatto di presentarsi come un’espressione diretta della Chiesa che “entra a gamba tesa” negli affari dello Stato. Prova di ciò è dato dal fatto che l’animosità dei laicisti militanti non sarebbe riscontrabile nel caso in cui gli insegnanti di religione fossero opzionati esclusivamente dalle autorità scolastiche e non dalle diocesi. Potremmo dire che l’ora di religione sta alla scuola come l’8 per mille sta al fisco. In entrambi i casi, i laicisti percepiscono il potere ecclesiale come una minaccia alla propria egemonia. O forse si ostinano a vedere nella Chiesa una mera struttura di potere, una lobby il cui piano – più o meno manifesto – è quello di piazzare i propri uomini sulle poltrone (piccole o grandi) che contano e i propri soldi nei canali più fruttuosi.
Al giorno d’oggi, però, il vero problema dell’ora di religione è di tutt’altro segno e riguarda soprattutto i contenuti e le modalità del suo insegnamento. Il più subdolo nemico dell’ora di religione non sono di certo gli atei, gli agnostici o i laicisti sfegatati, ma – spesso e volentieri – sono proprio gli insegnanti quando non si dimostrano all’altezza del ruolo loro assegnato. È molto facile, infatti, scambiare l’ora di religione per un duplicato di filosofia o di educazione civica. Si badi bene: non che non sia necessaria l’interdisciplinarietà, ma è indispensabile aver chiara il contenuto, la metodologia e la finalità di ciascun insegnamento.
Altro rischio: l’insegnante di religione, abusando dei margini di libertà che possiede, può arrivare ad usare le sue lezioni, come un veicolo per i propri capricci intellettuali, in molti casi addirittura veicolando un pensiero che di cattolico ha molto poco.
L’insegnamento della religione cattolica, tuttavia, non può nemmeno ridursi ad un mero obiettivo di erudizione. Non è neppure un corso di teologia “spiegato semplice” a bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni. Non è una materia confessionale ma non è neanche del tutto “laica”. Per restituire dignità a questa disciplina, allora, dovremmo andare a riscoprire le sue radici “concordatarie”.
L’Ora di religione o – più precisamente – l’Insegnamento della religione cattolica ha senso soltanto se impostata in modo cristocentrico. Cosa vuol dire questo? Innanzitutto l’Ora di religione è una delle tante espressioni della collaborazione tra Chiesa e Stato e, in quanto tale, dovrebbe in qualche modo esprimere il punto di vista della Chiesa, senza fare né evangelizzazione, né indottrinamento. In che modo ciò diventa possibile? Quando si trae spunto dalle cose del mondo per arrivare una prospettiva “altra” e superiore.
Si può insegnare religione cattolica, ad esempio, proiettando un film e individuando la “trama spirituale nascosta”, l’ascesi inconsapevole dei personaggi, le simbologie religiose magari non volute del regista. Si può insegnare la religione cattolica, parlando di un fatto di cronaca o di una strage di mafia. Lo scopo, però, non è quello di portare lo studente a una visione ideologico-immanente o anche solo filosofica. Lo scopo è, piuttosto, condurlo lungo le appassionanti frontiere tra il sacro e il profano e lì lasciarlo libero di percorrere il sentiero nella direzione che vuole. L’insegnamento della religione cattolica non insegna tanto qualcosa; offre, piuttosto, un metodo per affrontare la vita. Più che trasmettere un pensiero, deve insegnare a pensare. Una chiave del successo dell’ora di religione potrebbe essere proprio questa: aver insegnato ai ragazzi a pensare diversamente da come pensa il mondo. Non è l’unico obiettivo, certo, ma, dovrebbe essere un buon punto di partenza.
L.Ml.
2 Commento
Valbona Marku
Mi piacerebbe partecipare a questi corsi
Maria Bevagna
Vorrei partecipare a questo corso grazie